È un calcio aumentato quello che ci attende nel 2028, che assume le fattezze di un happening, di un evento globale, fruito in live streaming ai quattro angoli della terra, consumato davanti ai mille schermi in cui è stato parcellizzato e venduto con una busta di popcorn in mano e nell’altra una red bull. Uno star system in servizio permanente effettivo che si riproduce all’infinito, impermeabile ai fusi orari e al jet lag, onnivoro, che parla il nuovo esperanto, la lingua di un mondo globalizzato.
Un calcio più vicino a Broadway che a Wembley, che viaggia da un continente all’altro, che mette in scena la sua grandeur, che alla maniera del Cirque de Soleil, uno e trino, moltiplica il numero di giocatori e apparizioni. Esisteranno 2/3 formazioni dello stesso club in posti diversi del mondo a miracol mostrare. Stadi/concept che vivono di giorno e di notte, dalle forme di un’astronave, con tetti richiudibili e sedili ribaltabili, ologrammi in campo e pixel ovunque. Arene quando si gioca, novelli Transformers durante la settimana, quando assumono le fattezze di pinacoteche, musei, hotel, centri commerciali, cinema, parchi tematici.
Senza più frontiere, il football svestirà i panni dello sport per diventare la forma di entertainment più evoluta e sfrontata, un caleidoscopio in cui confluiscono cinema, musica, teatro, web, social, televisione, radio, advertising, moda, realtà aumentata, design e molto altro ancora. Un super super bowl elevato all’ennesima potenza, con ingaggi alle stelle e un bilione di miliardi di selfie, post e stories a fargli da contorno. Non un campionato andata e ritorno ma un never ending tour, perennemente sold out.
Una platea calcistica dilatata a dismisura da una tecnologia anfetaminica che ne amplifica i decibel. Non più spettatori ma protagonisti di una mise en scène che non si consuma più soltanto sul prato di un campo di calcio ma ci vede partecipi e coinvolti, in quella che è diventata una liturgia, un’epifania senza fine. Interagiremo con l’arbitro e i guardialinee, ci confronteremo con il mister, orienteremo le scelte di mercato, vivremo nello spogliatoio, fianco a fianco con i nostri eroi. Più vera del vero, la tecnologia ci condurrà per mano come Alice nel paese delle meraviglie, ci riempirà gli occhi e il cuore. Engagement, interazione, osmosi, iper-connessione, metempsicosi, lievitazione neurale, transumanesimo, ubiquità, il mondo in un algoritmo è tutto qua. Ha le forme antropomorfe di un robot, figlio illegittimo di quella che chiamiamo intelligenza artificiale.
In campo scenderanno loro, gli umanoidi, esterno basso sulla fascia, numero 1 fra i pali e centravanti finto nueve, urleremo i loro nomi, collezioneremo le loro figurine, attaccheremo i loro poster in camera, diventeremo loro followers, seguiremo i loro hashtag. A fischiare, manco a dirlo, sarà Referee X, l’ultimo modello arbitrale lanciato dalla Samsung.
Anche la primavera, dimenticavo, sarà digitalizzata.