Continua con il quotidiano Il Dubbio il viaggio Sui pedali della libertà, Italia 2040.
Il viaggio in bicicletta di 2000 chilometri da Nord a Sud, affrontato a giugno da Roberto Sensi per avere una visione diretta e “dal di dentro” sul mondo del carcere, ha fatto scalo a Gorizia.
Le testimonianze delle 12 tappe in occasione delle visite negli istituti penitenziari italiani, le opinioni e le proposte di chi opera nelle istituzioni, dei detenuti e di chi partecipa alla vita carceraria donando tempo e competenze specifiche, sono state raccolte e analizzate da Spoiler, un think tank di futuristi che fin dall’inizio del progetto ha affiancato Il Dubbio con i metodi della previsione sociale (Futures Studies) e dell’anticipazione per provare a costruire immagini alternative per l’esecuzione della pena in Italia nel 2040, nel rispetto delle sole finalità rieducative, o meglio riabilitative.
I primi esiti della ricerca sociale ci parlano, invece, di un carcere chiuso, senza speranza e senza idea di futuro, in cui prevale la concezione della pena come penitenza, nella continuità di un processo penale destinato a non concludersi mai.
Importanti contributi sono emersi dall’incontro di lavoro organizzato il 30 ottobre nella città di Gorizia – che dopo aver acceso nel lontano 1961 la miccia del dibattito politico e sociale sulla possibilità di trasformare gli ospedali psichiatrici in luoghi dove i diritti del malato fossero rispettati – ha ospitato Spoiler per il primo esercizio di futuri sul carcere del 2040.
Nella sede del Comune si sono dati appuntamento alcuni dei protagonisti degli incontri di Roberto Sensi e altri attori rilevanti delle istituzioni e della politica locale, del volontariato, dell’imprenditoria carceraria, della comunicazione nonché professionisti e consulenti filosofici con l’obiettivo di raccogliere una sfida complicata e dalle innumerevoli sfaccettature: immaginare possibili alternative e futuri impensabili per strutture in grado di garantire alla pena di assolvere concretamente alla sua unica finalità, quella riabilitativa.
L’incontro, facilitato dall’avvocata e futurista Carla Broccardo e da Fabio Millevoi, socio fondatore dell’Associazione dei Futuristi italiani, ha messo in luce la grande sfida culturale e di civiltà, con la prospettiva di cui è portatore Enrico Sbriglia, già dirigente generale del DAP, di avviare il primo laboratorio sistemico (i contributi sono vari: neuro-scienze, architettura e le sue connessioni ambientali, medicina e discipline sociali e antropologiche) finalizzato a realizzare, con altri paesi europei, un Centro per la sicurezza e la giustizia che possa costituire una cerniera, vista la posizione e la storia di Gorizia, per unire l’Europa, in una visione federalista e rispettosa dei diritti umani e offrire una concreta armonizzazione del trattamento esecutivo con finalità di istruzione e formazione professionale.
“Da sempre Gorizia è il luogo ideale in cui far incontrare genti, culture, idee e progetti internazionali e la candidatura a capitale europea della cultura per il 2025, con la città slovena di Nova Gorica, va in questa direzione. Accogliamo con grande favore questa idea che rivoluziona il concetto di detenzione carceraria e mi farebbe davvero piacere che avvenisse a Gorizia, già teatro della grande rivoluzione di Basaglia sulla psichiatria”. Così il Sindaco Rodolfo Ziberna.
L’attività previsionale proposta a Gorizia – solo l’inizio di una più ampia ricerca – ha coinvolto i partecipanti nella strutturazione di pensieri collettivi rendendo evidente la complessità delle interrelazioni e la molteplicità degli impatti che conseguono ad ogni nostra decisione.
Il viaggio “Sui pedali della libertà” proseguirà con la metodologia e i contributi dei Futures Studies nel solco dell’alfabetizzazione ai futuri invocata anche dall’UNESCO.